È stata la residenza della famiglia nobile de Fin, prima, e Patuna, poi, dai quali prende il nome il palazzo. Diversi componenti di queste famiglie hanno avuto un ruolo di rilievo per Gradisca: Giulio de Fin (metà ’600-inizio ’700), vicecapitano di Francesco Ulderico della Torre; Valentino Patuna (1853-1913), archeologo, ed Ettore Patuna (1883-1964), suo figlio, storico.
L’edificio viene costruito nel ’700 in stile quasi rococò. La lunga facciata risulta alquanto articolata, composta da una parte centrale, due ali simmetriche concluse da due corpi leggermente sopraelevati con un frontone curvo. La porzione centrale del prospetto presenta un portale rettangolare con capitelli a voluta, sopra un balconcino con portafinestra inscritta in un timpano ad arco, motivo che viene ripreso nel cornicione incurvato del secondo piano, sovrastato a sua volta da un frontone triangolare ed incorniciato da due vasi in pietra.
Nascosto da un alto muro di cinta, sul retro dell’edificio vi è il giardino Patuna, arricchito da statue e specie botaniche di pregio. Una leggenda locale vuole che qui sia coltivata una speciale varietà di rosa donata alla famiglia da Napoleone Bonaparte, il quale, nel 1797 durante la campagna napoleonica, ha soggiornato nel palazzo per una notte.