Il Parco
Il parco del Castello di Sotto è uno dei più interessanti in Friuli, sia per il suo esemplare stato di conservazione sia perché costituisce l’inizio, nella zona, della diffusione del giardino paesaggistico. Il parco nacque a seguito di una grande opera di sistemazione fondiaria realizzata nella prima metà del Settecento, per merito di Nicolò Francesco Strassoldo il quale mise in relazione gli elementi formali del giardino con la natura. Furono così bonificate le zone paludose e incolte creando un impianto dove l’acqua divenne l’elemento artistico dominante: fontane, pozzi, laghetti e peschiere costituivano una naturale quinta scenica alle statue e alle specie talvolta rare. Da segnalare, per la sua particolare e singolare fattura, l’isola rettangolare attorniata da un fossato che contiene un giardino all'italiana in miniatura e che è collocata all’estremo limite del parco.
Il Parco del Castello di Sopra nel sito castellidistrassoldo.it
"Il castello è immerso in un parco secolare, lambito da corsi d’acqua di risorgiva.
L’acqua che ai piedi dei monti s’inabissa profondamente e percorre decine di chilometri nel sottosuolo, trova in questo luogo un muro impermeabile di limi che la blocca e la spinge repentinamente in superficie. Si formano così corsi d’acqua, polle e laghetti cristallini.
Il parco del Castello di Sopra è, dunque, circondato da fiumi e canali ed ha diversi pozzi.
L’impianto è dell’inizio del Settecento, come quello del gemello Castello di Sotto.
In quest’epoca venne meno la funzione difensiva del complesso e furono bonificate le paludi circostanti, un tempo elemento di protezione.
Furono i fratelli Giuseppe e Nicolò Francesco di Strassoldo a fare dei grandi lavori di restauro degli edifici e dei parchi, per adattarli agli standard di vita dell’epoca.
Giuseppe (1700-1783) si occupò del castello superiore, dedicandosi alle strutture murarie ed ai giardini, nell’intento di far assumere al complesso l’aspetto aggraziato della tipica dimora signorile del ‘700.
All’inizio il parco era di tipo formale, secondo la moda e i gusti dell’epoca.
L’antica impostazione tardo barocca si riconosce nella grande orangérie, della quale rimangono le possenti colonne mirabilmente scolpite e le piante della tradizione topiaria del tempo, ossia carpinus bettulus che costeggiano il corso Milleacque ed i tassi, che sono ormai diventati degli alberi d’altro fusto, dato che non vengono potati da tanti anni.
Negli anni successivi e particolarmente durante le due guerre mondiali, il parco ha subito grandi trasformazioni a causa della mancanza di manutenzione.
Alla fine dell’Ottocento prevalse l’impostazione paesaggistica, che necessitava di minore manutenzione, ma all’occhio esperto non sfugge lo schema originale.
L’albero più imponente è un’antichissima magnolia grandiflora, ma fanno bella mostra di sé anche importanti esemplari di aceri, querce, lagerstroemie, liriodendron, ginko biloba, liquidambar ed un bellissimo gazebo di palme.
Il parco è curato dalla proprietaria, che lo ha trovato in pessime condizioni e che lo ha ripristinato, conferendovi un flair inglese. Riprendendo il vecchio disegno sono state messe a dimora migliaia di alberi, arbuti e piante e sono stati rifatti i canali di scolo sotterranei. Le aiuole abbondano oggi di bossi e collezioni di rose inglesi ed antiche, hydrangee, salvie, eriche, camelie, dalie, ellebori, clematis, solanum e tante altre specie.
Il parco prosegue con il giardino posto dietro alla Cancelleria, situato al confluire del fiume Taglio con il canale scavato per azionare la ruota della pileria del riso, che divide i due castelli.
Si tratta dell’antico brolo, che originariamente ospitava piante da frutto e verdura ed aveva dei vialetti centrali, trasversali e perimetrali. Oggi questa area conserva una magnifica fontana circolare Seicentesca con doppio anello in pietra. Nell’ultimo ventennio sono stati ripiantati filari di alberi di frutta ed ibiscus sul lato del canale, salici piangenti, ontani, taxodium e e tanti alberi nel resto del giardino, come querce, aceri, frassini, liriodendron, ibiscus, ginkgo biloba, magnolie, betulle, faggi, davidia, catalpa, paulownia, sophora, robinia, ligustri, cipressi, liquidambar.
Da questa giardino si ha un bellissimo scorcio della congiunzione del canale della pileria del riso con il fiume Taglio, che scorre verso sud. Più avanti il Taglio si congiunge con il fiume Aussa, che a sua volta defluisce nel mare adriatico a 22 chilometri da Strassoldo".