Storia del Borgo
Con i suoi due castelli Strassoldo costituisce un raro esempio di antico borgo medievale, estremamente ben conservato e di raro fascino.
Fin dalla loro edificazione i manieri sono abitati dall'omonima famiglia patrizia di origine germanica dei conti Strassoldo-Graffemberg, che furono una delle prime famiglie di feudatari liberi e che hanno dato all'Impero degli Asburgo d'Austria una lunga serie d’importanti funzionari e generali. La famiglia degli Strassoldo è uno dei pochi esempi di feudatari che dalla fondazione dei castelli ha da sempre mantenuto il possesso sugli stessi abitandoli da allora fino ai giorni nostri.
Il toponimo, di origine germanica, si ricollega alla sua ubicazione lungo una strada (Strasse) e su di un’isola, “Aue”; infatti il castello originario fu edificato più di mille anni fa su un isolotto naturale del fiume lungo l'antica via Julia Augusta (strada romana che collegava Aquileia al Norico). Si ritiene che esistesse una primordiale opera fortificata di epoca ottoniana al fine di contrastare le scorrerie degli Ungari e forse in precedenza anche in periodo longobardo per presidiare la pianura contro la presenza bizantina nella laguna.
In origine esisteva un solo maniero, detto “dalle due torri”; alcuni secoli dopo, attorno ad ognuna delle due torri originarie si svilupparono due distinti complessi castrensi che presero il nome di Castello di Sotto e Castello di Sopra; la famiglia degli Strassoldo così si divise nei due rami di “quelli di Sopra” e di “quelli di Sotto”.
I castelli, nel corso dei secoli, furono oggetto di complesse vicende politico-militari: basti pensare che nel 1381 furono investiti dalle milizie del Patriarca Filippo d’Alençon, nel 1499 furono sfiorati dalle scorrerie turche, per resistere alle quali nel 1500 furono muniti di un'ulteriore cinta muraria e di torri. In seguito, furono distrutti dalle armate imperiali nel 1509, quando vennero assaliti dalle truppe appartenenti alla lega di Cambrai. Verso la metà del Settecento entrambe le strutture fortificate di Strassoldo subirono importanti restauri ad opera dei fratelli Nicolò (per il castello di Sotto) e Giuseppe (per il castello di Sopra), assumendo l'attuale conformazione che vede la trasformazione del complesso fortificato in due residenze signorili attorniate da parchi secolari e solcate dalle limpide acque di due fiumi di risorgiva e proprio per i molti corsi d’acqua che li circondano sono detti “castelli d’acqua”.
Il complesso monumentale appare al giorno d'oggi nel suo rimaneggiamento settecentesco, lasciando comunque intravedere la conformazione dell'antico maniero utilizzato come strumento di difesa e offesa.
Il Borgo Vecchio è il borgo del Castello di Sopra, al quale si accede da nord attraverso l'antica Porta Cistigna; si è sviluppato attorno al castello stesso e vede la presenza al suo interno anche di vari fabbricati un tempo con funzione agricola e amministrativa.
Il Complesso castellano inizia con il grande arco dell’antica Porta Cistigna, costruita su quelle che erano le mura esterne, che immette in una via in acciottolato con un antico muro medievale sulla sinistra e sulla destra con alcuni edifici in pietra della stessa epoca; i più bassi anticamente erano utilizzati come Case degli Armigeri, mentre quello più alto era adibito a Vicinìa (edificio dedicato a centro amministrativo) e per un certo periodo anche a tribunale per le cause minori, ora trasformati in strutture ricettive.
Procedendo si arriva al Coretto, un arco che congiunge il palazzo principale del castello alla chiesa di S. Nicolò, che era la chiesa gentilizia del maniero ampliata nel Settecento ed in seguito donata alla popolazione. Attualmente è la Chiesa Parrocchiale del paese e risulta essere di bel disegno, con interessanti esempi dell'arte locale.
Oltrepassando il coretto ci s’immette sulla piazzetta del castello, dove sono posti uno di fronte all’altra la chiesa di San Nicolò ed il corpo principale del castello, palazzo signorile che si appoggia alla torre ottoniana.
Il palazzo principale del Castello di Sopra (che fu abitato anche dal maresciallo Radetzky, sposatosi nella chiesa di San Nicolò con una contessa Strassoldo) è composto da numerosi saloni; al pianoterra troviamo la sala d'ingresso, che permette il disimpegno sul salottino del viceré e sulla tipica cucina friulana; esso permette anche l'uscita su una vasta terrazza del giardino e tramite un corridoio è possibile raggiungere la sala della guardia e la cantina.
L'accesso al piano nobile si ha da un solenne scalone di pietra che consente l'accesso ad un elegante ballatoio da cui ci si affaccia sulla chiesa parrocchiale; a sinistra vi è il Salone degli Imperatori, a destra si trovano le Sale dello Stemma, della Stufa e quella del Governatore.
Arredati elegantemente e riscaldati tramite camini ed antiche stufe, gli ambienti sono certamente suggestivi, con preziosi pavimenti e soffitti lignei e pareti, in parte affrescate, impreziosite da antiche tele.
Dietro al palazzo principale si estende il parco, sorto verso la metà del ‘700. L’antica impostazione tardo barocca si riconosce nella grande orangèrie, circondata da possenti colonne del XVIII secolo. A testimonianza dell'antica presenza del giardino, a metà del parco stesso vi è un’imponente Magnolia Grandiflora.
Sul retro della chiesa di San Nicolò sono posti a semicerchio, su quelli che erano i resti del muro di cinta interno del castello, gli edifici che fungevano un tempo da Scuderie, Casa degli artigiani, Granai e Cancelleria. Sul retro della cancelleria si estende fino al fiume Taglio l’ampia area verde del Brolo (antico orto e frutteto), oggi trasformato in giardino.
Proseguendo verso sud si arriva alla Pileria del riso e, oltrepassato il piccolo ponte, si entra nelle pertinenze del Castello di Sotto, formato da un corpo principale dietro al quale si estende un ampio parco, la campagna e le case che un tempo servivano per usi agricoli ed amministrativi.
Il complesso del Castello di Sotto si sviluppò intorno ad una massiccia torre, ora non più esistente, in cui era amministrata la giustizia.
Passato il ponte, il primo edificio che s’incontra sulla sinistra sono le antiche scuderie ora trasformate in edificio residenziale; poco oltre, la vista è attratta da un imponente edificio in pietra, è il Castello di Sotto, ancora oggi detto “Casa Grande” poiché in antichità accanto alla torre scomparsa fu costruita la “Domus Magna”, difesa dalla cinta murata detta “gironutto”, di cui ora rimane una sezione merlata, munita di un portale cuspidato in cotto di fine Cinquecento, la cosiddetta “Pusterla”.
Ampliato più volte nel corso dei secoli, nella prima metà del Settecento il Castello fu sottoposto ad un importante ciclo di restauri che lo portò all'aspetto attuale con la facciata principale, rivolta verso il giardino, ingentilita tenendo conto dei gusti e dei canoni del tempo. All'interno si trovano sale con preziosi soffitti lignei dipinti risalenti al tardo Cinquecento e, al piano terra, la vecchia cucina e l'antico corpo di guardia, il cui restauro ha consentito il recupero dell'originale fisionomia medievale. Tra gli ambienti contigui resta da segnalare l’affascinante cucina padronale riscaldata da un grande fogolâr.
Di grande suggestione il vasto parco settecentesco, introdotto da due peschiere e ricco di statue e di rare e antiche specie di piante.
Il parco del Castello di Sotto è uno dei più interessanti in Friuli, sia per il suo esemplare stato di conservazione sia perché costituisce l’inizio, nella zona, della diffusione del giardino paesaggistico. Il parco nacque a seguito di una grande opera di sistemazione fondiaria realizzata nella prima metà del Settecento, per merito di Nicolò Francesco Strassoldo il quale mise in relazione gli elementi formali del giardino con la natura. Furono così bonificate le zone paludose e incolte creando un impianto dove l’acqua divenne l’elemento artistico dominante: fontane, pozzi, laghetti e peschiere costituivano una naturale quinta scenica alle statue e alle specie talvolta rare. Da segnalare, per la sua particolare e singolare fattura, l’isola rettangolare attorniata da un fossato che contiene un giardino all'italiana in miniatura e che è collocata all’estremo limite del parco.
Fuori dal gironutto sulla sinistra trova posizione la chiesetta di San Marco, cappella gentilizia della casata dei di Sotto, probabilmente costruita adattando una torre scudata nel 1575 ed addossata alla “Domus Magna”.
Superato un altro ponticello, si entra nel "Borgo Nuovo", sorto probabilmente nel secolo XIII e difeso a sua volta da un giro di mura caratterizzato da due Torri portaie, di cui una sopravvive ancora, sia pure privata del suo arco, tradizionalmente chiamata “Porta Cisis”. Questo borgo ospitava in antichità le case degli artigiani, le case dei popolani e degli armigeri ed il Foledôr.
Uscendo dalla porta Cisis e proseguendo verso nord, sulla sinistra spicca un elegante edificio rosa: è Villa Vitas, già Villa Strassoldo Chiasottis, custodita nel cuore di un parco secolare attraversato da un lungo viale di magnolie che si perde fra i vigneti della tenuta, nel cuore del territorio della DOC Friuli Aquileia. I caratteri stilistici della villa e un documento risalente al 1776 (in cui viene descritto il suo stato nel 1744) fanno risalire la data di costruzione tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento. Nel 1937 l’intera proprietà fu acquistata dal Commendator Romano Vitas, bisnonno dell’attuale proprietario, che la scelse come sede dell’azienda viticola di famiglia. Attualmente gli ettari vitati sono 11 e la pregiata produzione di vini tipici è destinata soprattutto all’estero.
Da Villa Vitas, ritornando verso la porta d'ingresso settentrionale del Castello di Sopra si può vedere un antico mulino del XII secolo, che ha lavorato per oltre settecento anni e che al suo interno conserva i vecchi macchinari.
Poco più avanti rispetto a Villa Vitas, invece, vi è il Borgo Viola che entro la sua centa custodiva, oltre alla vecchia chiesa Parrocchiale di Santa Maria in Vineis, la vecchia canonica ed un piccolo abitato. La Chiesetta Santa Maria in Vineis sorse sicuramente dopo le invasioni unghere del X secolo; attorno ad essa fu realizzato un cimitero oggi scomparso. Sulla facciata della Chiesetta, dotata di campanile a vela con bifora campanaria, sono ancora presenti numerosi lacerti di un affresco ora purtroppo illeggibile.
L'interno presenta un’abside semicircolare ed un'aula rettangolare sulle cui pareti si trova uno tra i cicli di affreschi più importanti del Friuli che può essere datato al quinto o sesto decennio del '300; il livello artistico è tale che gli affreschi sono stati attribuiti a Vitale da Bologna, Masolino da Panicale e Tommaso da Modena.
Il ciclo di affreschi inizia sulla parete di sinistra (entrando dalla porta principale) ed è suddiviso in quattro riquadri che narrano le storie di Maria e della sua famiglia; in particolar modo i primi due riquadri raccontano la storia di Gioacchino e Anna, rispettivamente il padre e la Madre della Vergine Maria, il terzo raffigura la nascita di Maria e l’ultimo rappresenta la Madonna in trono con Bambino attorniata da Santi. Sull’arco trionfale che separa l'aula dall’abside, vi è raffigurata l’annunciazione, mentre sulla parete di destra della navata, divisa in tre riquadri, vi è narrata la storia di Gesù Bambino. Il primo riquadro raffigura la Natività di Cristo, il secondo l’Adorazione dei Magi, e l’ultimo la Fuga in Egitto. Nella controfacciata vi è rappresentato il Giudizio Universale con la raffigurazione nella parte bassa del paradiso a sinistra e dell’inferno a destra.