L’antica chiesa sorse dopo la devastazione della peste del 1454. L’indicazione sul portale (1477) attesta la data di ultimazione dei lavori e potrebbe essere stata edificata sul luogo dove sorgeva l’antica pieve menzionata nella bolla del 1186 di papa Urbano III al vescovo Gionata (alcuni studiosi ipotizzano la fondazione dell’antica chiesa addirittura al IV-V secolo).
Titolare è Sant’Andrea apostolo, pescatore, ed è significativa la dedica per questo luogo dove scorreva il corso del Tagliamento maius.
Il tempio era originariamente ad aula unica, con presbiterio quadrato voltato a crociera, ma sul finire del XVI secolo vennero addossate le due navate laterali.
L’interno è suddiviso da ampie arcate sorrette da pilastri ottagonali, con copertura lignea sorretta da capriate. Sopra il portale c’è una lunetta ogivale con l’affresco quasi illeggibile di Madonna con bambino seduta su trono, di foggia quattrocentesca non facilmente attribuibile (Bellunello?).
Sul pilastro di destra c’è un affresco della Santissima Trinità di pittore anonimo del XVI secolo, seguace del Bellunello e di Pietro da San Vito. Sul muro orientale della navata meridionale si trova l’affresco di San Martino a cavallo di pittore anonimo del XVI secolo.
Nel primo altare di sinistra (legato a una antichissima confraternita, forse ‘300) c’è la pala della Purificazione di Maria di Giuseppe de Gobbis (1769).
Le Vele
Gli affreschi della volta della cappella maggiore raffigurano Dottori della chiesa in cattedra con evangelisti profeti e angeli musici: sono stati restaurati e attribuiti a Gianfrancesco da Tolmezzo, che operò quasi certamente con un secondo maestro, in particolare per la decorazione delle pareti dell’abside, probabilmente Pietro de Fadelo da Vicenza (primi del XVI secolo). Per il secondo maestro è indicata anche un’ipotesi per il giovane Pordenone, la cui presenza è documentata a Cordovado nel 1507.