Il Carnevale di Sappada
Una delle tradizioni più amate dai sappadini è il Carnevale (Vosenòcht), occasione di gioco, divertimento e trasgressione ma anche momento fondamentale in cui rivivono le tradizioni locali e la cultura popolare.
Protagonisti assoluti sono le maschere (letter). Per camuffarsi completamente e non farsi riconoscere dai compaesani vengono usate maschere intagliate nel legno (lòrvn), tramandate spesso di generazione in generazione.
I festeggiamenti del Carnevale sappadino si svolgono in un lungo arco di tempo che attraversa tre domeniche dedicate ai tre diversi ceti della società di un tempo.
“Domenica dei poveri” (Pèttlar sunntach), in cui ci si usa vestire con abiti dimessi;
“Domenica dei contadini” (Paurn sunntach) che rievoca gli antichi lavori agricoli;
“Domenica dei signori” (Hearn sunntach), espressione della classe benestante e occasione di sfoggio dei costumi più raffinati.
Altre giornate caratteristiche del periodo sono il “Giovedì grasso” (Vaastign pfinzntòk) , il “Lunedì grasso” (Vrèss montach ), giornata interamente dedicata al rollate , la tipica maschera sappadina, ed il “Martedì grasso” (Schpaib ertach), con il No club, la mascherata sugli sci.
Tutti i momenti del Carnevale sappadino vedono come protagonista il rollate . Si tratta di un personaggio austero ed imponente, abbigliato con un pellicciotto che ricorda il manto dell’orso e porta il volto coperto da una maschera in legno.
Queste maschere intagliate, dai lineamenti duri e pronunciati dell’uomo di montagna, sono autentici capolavori dell’artigianato locale.
Il nome rollate deriva dalle rolln, i rumorosi campanacci sferici che la maschera porta legati in vita con una catena e che fa risuonare al suo cammino. Il rollate indossa pantaloni a righe ricavati dalla hile (la tela di lino e lana usata un tempo per coprire gli armenti in inverno) e porta scarponi ferrati. Unica civetteria è il ciuffo di lana rossa sul cappuccio e un fazzoletto al collo, rosso per i coniugati e bianco per i celibi. I figuranti, scelti di solito fra i giovani più alti del paese, avanzano brandendo una scopa che, a seconda dei casi, viene usata in modo scherzoso o minaccioso.
(Photo Manuel Piller Hoffer)
Il folklore sappadino
Il folklore sappadino si esprime in particolare attraverso le musiche e le danze del gruppo folkloristico Holzhockar (i Taglialegna). Nato nel 1975 per volontà di alcuni amici, si tratta di un gruppo composto da una trentina di elementi, fra ballerini e musicisti, che nelle sue esibizioni si ispira alla vita e alle tradizioni di un tempo, a cui si affianca un nutrito gruppo di ragazzi che rappresenta il futuro di questa importante tradizione. Il gruppo propone danze mimiche, racconti in musica e gestualità dell’antico mondo del lavoro, come il ballo del minatore (Knoppe), la fienagione (Modartonz), la ruota del mulino (Mihlrad), il ballo del Taglialegna, da cui deriva il nome del sodalizio. Con i loro costumi tipici e l’allegria delle musiche e delle danze, gli Holzhockar animano le feste paesane, prevalentemente nel periodo estivo.
Il gruppo Holzhockar, inoltre, organizza dal 1999 il Festival Internazionale del Folklore, a cui hanno preso parte, negli anni, gruppi provenienti da molte regioni italiane e da numerosi paesi stranieri: si svolge nel periodo di Ferragosto, in occasione della Plodar Fest “Folk a tutta Birra!”, una festa folkloristica sotto il tendone in località Eiben.
Dopo sessant’anni di assenza e una meticolosa preparazione, da poco ha nuova vita inoltre la banda di Sappada, Plodar Plechmusik, che si presenta al pubblico con componenti di tutte le fasce d’età e che ha riportato in vita una tradizione bandistica già presente nel paese per molti decenni.