Polcenigo

Luoghi da scoprire

Madonna della Salute

La chiesa dedicata a Tutti i Santi sorse nell’ambito del borgo castellano polcenighese nel 1371, acquisendo nel corso del secolo successivo la parrocchialità prima appartenuta a San Giovanni.

Risale all’epoca della costruzione il delicato affresco raffigurante la Madonna allattante, oggi collocato all’interno della chiesa di San Giacomo.

Verso la fine del ’500 radicali lavori di rifacimento ne cambiarono l’orientamento originale, spostando l’abside a ovest e l’entrata a est. La poco felice posizione dell’edificio sacro, a pochi passi dalla strada e dalla piazza principale del paese, l’assenza di sagrato e di cimitero, nonché le dimensioni insufficienti ad accogliere un numero crescente di fedeli determinano poi nel 1770 la perdita della parrocchialità in favore della vicina San Giacomo.

Agli inizi dell’Ottocento la chiesa di Ognissanti muta il titolo in Beata Vergine della Salute, forse connesso al ricorso dei fedeli contro le ricorrenti malattie epidemiche. Nel 1931 risultava al suo interno anche un quadro della Beata Vergine del Rosario, che il vescovo Luigi Paulini ordinava di spostare in San Rocco: si tratta forse del dipinto settecentesco oggi conservato nella sacrestia di San Giacomo.

Nel 1937 il parroco, per risolvere problemi di viabilità, decise di rinnovare e smussare la facciata dell’oratorio, incaricando l’architetto Domenico Rupolo di predisporre il progetto, realizzato poi concretamente dall’ingegnere polcenighese Pietro Bazzi. 

Nello stesso anno lo scultore Giuseppe Scalambrin di Fossalta di Portogruaro realizzò la statua lignea della Madonna della Salute. A completare il rinnovamento della chiesa, giunse dal duomo di Sacile un nuovo altare maggiore, ancor oggi visibile.

Il 2 febbraio 1945 un deposito di legname e carbone prese fuoco e le fiamme si propagarono al vicino edificio sacro, causando il crollo dell’altar maggiore e distruggendo la sacrestia, ricostruita nei primi anni Cinquanta del Novecento.

Dopo il sisma del 1976, la chiesa venne chiusa al culto per le gravi lesioni alla muratura e al tetto. È stata nuovamente riconsegnata alla pietà dei fedeli e alla curiosità dei tanti turisti dopo il radicale restauro del 1994-95, che ha rivelato tra l’altro la presenza di tre nicchie di finestre strombate con arco a tutto sesto nella parete verso il Gorgazzo e la pianta del primo oratorio, più piccolo rispetto all’edificio attuale.

Nell’intonaco della facciata, inquadrata da due lesene, un’opportuna bisellatura precisa l’altezza della chiesa antica; i restauri hanno messo in evidenza anche un rosone centrale più ampio rispetto a quello dell’edificio novecentesco.

Sul portale d’ingresso, riquadrato in pietra e sormontato da una cimasa aggettante, è collocato uno stemma lapideo dei conti di Polcenigo e Fanna.

L’ interno è ad aula unica, senza presbiterio, con soffitto a capriate; desta un certo interesse l’acquasantiera, manufatto in pietra risalente con ogni probabilità al XVII secolo. L’ altar maggiore barocco in marmi policromi ospita la già citata statua lignea dello Scalambrin, fortunosamente scampata all’incendio del 1945.

Tratto da “Le chiese di Polcenigo” di Alessandro Fadelli, ripreso da borgocreativopolcenigo.it

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