Al centro del borgo che dal tardo medioevo si espanse a settentrione del castello, lungo la strada principale, si nota la mole imponente cinquecentesca del palazzo designato dal nome delle due famiglie che lo vollero, i Beccaris, e che poi lo abitarono, i Nonis (prima Naninis o Noninis). Solidi nuclei della borghesia locale, impegnata nel notariato, nel sacerdozio, nell’amministrazione, nella proprietà ancora nel XVI secolo, i Beccaris e Nonis contribuirono molto alla storia civile e culturale di Cordovado. Era un Beccaris (Francesco) il pievano che difese la popolana Scantino al tempo dell’apparizione della Madonna e alla edificazione della chiesa della B.V.. Era una Beccaris anche la moglie di Antonio Carneo, pittore del santuario.
Lo stemma dei Beccaris è presente sul portale maggiore dell’antica chiesa di Sant’Andrea ed è formato da due stelle con testa di bue (il cognome rimanda ad attività legate all’arte della macellazione). Nella chiesa stessa la più antica lastra tombale, datata 1473, è fregiata dallo stemma della nobile famiglia dei Beccaris, che risulta essersi imparentata anche con gli Attimis. L’edificio, di fattura tardo-rinascimentale, è compatto e massiccio ma non privo di linearità e armonia, si alza su un porticato a tre aperture.
In un mezzanino della scala che porta all’ultimo piano del palazzo (forse l’originale livello del tetto modificato in epoca seicentesca) è presente un affresco di Madonna con bambino di buona fattura, recentemente restaurato.