Centotrecento - Le ballate medievali italiane
SABATO 1 SETTEMBRE
ORE 20.00 CASTELLO DI VALVASONE
Visita guidata
ORE 21.00 DUOMO DI VALVASONE
CENTROTRECENTO
Le ballate medievali italiane
ENSEMBLE CENTOTRECENTO (I)
Anna Pia Capurso, Federica di Leonardo,
Gloria Moretti canto
Marco Ferrari, Fabio Resta flauti
Elisabetta Benfenati, Diego Resta corde
Fabio Tricomi viella e percussioni
CHE TI ZOVA NASCONDERE ‘L BEL VOLTO
Anonimo, Cod. vaticano Rossi 215
LAMENTO DI TRISTANO E ROTTA
Anonimo, ms. London-BM 29987
SENTO D’AMOR LA FIAMMA
SALTARELLO
Lorenzo da Firenze, Cod. Squarcialupi Firenze, BML Pal. 87
DE, PONI AMOR
BALLATA
Gherardello da Firenze, Cod. Squarcialupi Firenze, BML Pal. 87
LUCENTE STELLA VIDERUNT
Anonimo, Cod. vaticano Rossi 215 Cod. Pluteus, Firenze 29.1
PER NON FAR LIETO ALCUN DELLA MIE DOGLIA
Gherardello da Firenze, Cod. Squarcialupi Firenze, BML Pal. 87
CAUDA: EGO REUS CONFITEOR
Anonimo, Cod. Pluteus, Firenze 29.1
TROIS SEROS SOR RIVE MER QUANT DEFINE/QUANT REPAIRE/FLOS FILIUS
SALTARELLO
Mottetti, Anonimo Cod. di Montpellier, Bibl. Univ. H196
I’ VO’ BENE A CHI VOL BENE AMMÈ
Gherardello da Firenze, Cod. Squarcialupi
Sottotitolo
Agli esordi del XIV secolo appare in Italia una Musica sorprendente, nota oggi con il nome di Ars Nova. Del suo repertorio più antico fanno parte sedici ballate monodiche che sembrano rappresentare un legame tra il movimento letterario dello Stil Novo, che nella Ballata ebbe una delle sue forme più importanti, e la musica dell’ Ars Nova italiana.
L’uniformità di stile e la maturità di questi sedici brani suggeriscono con forza che si tratti di musica composta e cantata precedentemente alla comparsa della scrittura mensurale dell’Ars Nova.
Un poeta dello Stil Novo, Nicolò de Rossi, laureatosi a Bologna nel 1317, ci ha lasciato una lista dei musicisti più noti della tradizione musicale non scritta: nella corrente di Dante Alighieri cita Garzo, Casella, Lippo e Scocchetto. In relazione con Petrarca mette Confortino e Floriano.
In testa a tutti il De Rossi colloca Ciccolino, da lui conosciuto durante gli studi a Bologna, che descrive nell’atto di “notare” (scrivere) le sue ballate “plen d’aire nuovo a tempo ed a mesura”.
Le ballate a voce sola del 1300 costituiscono senz’altro uno dei repertori della musica italiana più interessanti e misteriosi; esse conservano echi del mondo precedente e accolgono in pieno le possibilità ritmiche della nuova notazione misurata, nata per fissarne in modo prima sconosciuto le straordinarie sottigliezze esecutive.
Questa nuova scrittura, raccolta ed ordinata da Marchetto da Padova nel suo trattato Pomerium, accompagna importanti mutamenti politici in Italia: l’allontanamento del Papa dalla sede di Roma, il sorgere di realtà comunali autonome ed economicamente avanzate.
Un nuovo ordine politico che ha già in sé il seme dell’umanesimo, lo sguardo rivolto verso l’uomo, i suoi sentimenti, la mappa del pensare moderno.
Le musiche di tradizione orale stupiscono per la profondità di conoscenze che esprimono, per il virtuosismo dei musicisti e per il contenuto altamente affine alla musica antica; oltre che per modalità, complessità e sottigliezza ritmica e per l’enorme quantità di suggestioni tecnicomusicali ed estetiche che tramandano.
Perciò cerchiamo di ispirarci ad esse per la nostra ricerca.