San Marco a Mure
E’ stata eretta nel ’600 dagli abitanti di Mure. La facciata è racchiusa da due lesene, che sorreggono il timpano triangolare; al di sopra, la struttura metallica della campana. La porta principale è di forma ad arco a sesto schiacciato ed è l’unica apertura dell’edificio, sprovvisto di finestre. L’altare presenta una mensa in muratura e una pala dipinta sul muro di fondo tra due lesene; si tratta di una Madonna in trono con Bambino con San Marco e San Nicolò, opera di Cataldo Ferrara. San Marco, a sinistra, mostra il Vangelo, mentre a destra San Nicolò ha in mano un cesto di doni. All’epoca della febbre spagnola gli affreschi furono completamente ricoperti di calce civa. Ai tempi delle due guerre mondiali, gli abitanti di Mure riempivano l’edicola di sacchi di frumento per impedire che i tedeschi li portassero via. Sul retro si può ancora vedere, sebbene assai rovinato, Santa Barbara che spegne il fuoco.
Chiesetta del Crist a Mure
Vicino a San Marco c’è la chiesetta del Cristo del SS. Crocifisso. L’edificio fu costruito alla fine del seicento e probabilmente ampliato nel settecento con l’aggiunta del portico rettangolare, sormontato da timpano che termina con una struttura metallica che funge da campanile. Il portico presenta tre luci: un arco d’accesso e due finestre laterali a tutto sesto. All’interno si conservano gli affreschi dell’Addolorata, Santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova e Flagellazione di Gesù alla colonna.
Sant'Antonio in Banduzzo
-A tre chilometri da Sesto, in località Banduzzo (che significa luogo interdetto per legge) sorge l’ottocentesca Chiesetta di Sant’Antonio da Padova, eretta dai proprietari del luogo. La facciata è arricchita dalla presenza di un portico rettangolare delimitato anteriormente da un muretto sul quale poggiano due pilastri laterali e due colonne centrali, che sostengono il timpano triangolare. La porta principale con arco a sesto acuto è fiancheggiata da due finestre rettangolari.
Santa Chiara in Braidacurti
La chiesetta sorge nel borgo, oggi abbandonato, di Braida Curti, la cui etimologia viene da “Braida”, che significa poderetto chiuso, e Curti, dalla famiglia di origine veneziana che ne era proprietaria. L’edificio risale alla fine del seicento o all’inizio del settecento, ma è stato pesantemente rimaneggiato nel 1855 dai signori Loro e restaurato tra le due guerre mondiali nel 1920 e nel 1940. La facciata è incorniciata da due lesene angolari con capitello, sulle quali poggia una trabeazione e un timpano triangolare.Sulla sommità si trova il campanile a bifora di foggia seicentesca. Al centro due finestre simmetriche incorniciano la porta di ingresso di forma rettangolare. Sui lati la superficie muraria è movimentata da archi ciechi. Per quanto riguarda l’interno, vi si conserva un altare di legno della fine del ’700, con una pala raffigurante una Madonna con Bambino, San Francesco di Sales e Santa Margherita di Alacoque, poi trasferita in Abbazia.
Sant'Urbano a Marignana
’edificio attuale fu costruito nel 1937-39 su un nucleo preesistente del 1600. La Chiesa è preceduta da un portico di forma rettangolare, con un arco d’ingresso e due finestre laterali a tutto sesto, che copre quasi completamente la facciata. Quest’ultima presenta al centro la porta principale rettangolare, senza quadrature, sormontata da una lunetta cieca e due finestre laterali. Il campanile a bifora si trova sul colmo della facciata. L’aula rettangolare con travicelle a vista, prende luce da due aperture a tutto sesto poste su entrambe i lati; il presbiterio, preceduto da un arco a tutto sesto, ha una pianta quadrata, ed è coperto da un soffitto a vela. All’interno si conservano decorazioni murali del 1937 del pittore Culos, un’acquasantiera del XVII secolo e una pala con Sant’Urbano dipinta nel 1893 da A. Pancotto.
Chiesetta della Visitazione di Versiola
Nell’arco della sua storia pluricentenaria ha mutato più volte intitolazione: si è passati da “Santi Bernardino e Daniele Profeta” al solo “San Bernardino”, per passare poi nel ’700 al titolo di Chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria”. Un’alternanza di titoli che ricorre fino al 1889 circa, quando l’arciprete Don Antonio Cicuto ebbe a restaurarla, dedicandola alla Madonna di Lourdes; devozione recente, quindi, ma di grande presa emotiva tra i fedeli della frazione di Versiola. L’attuale intitolazione prende avvio a seguito del radicale intervento di salvaguardia e conservazione della metà degli anni ’70 del ’900, che vede anche l’eliminazione dell’immagine in gesso della Madonna di Lourdes e la ricollocazione della restaurata pala ad olio su tela con i santi titolari.