Polcenigo

Luoghi da scoprire

La sorgente del torrente Gorgazzo

Molteplici sono le ragioni che rendono la sorgente del Gorgazzo un posto incantevole: il colore delle sue acque è sicuramente il più rilevante. Sfumature di verde smeraldo e turchese, unite ai riflessi del sole, creano un gioco cromatico unico nel suo genere. La sorgente è alimentata dalle acque che scendono a valle attraverso le crepe della roccia calcarea, si raccolgono in un condotto sotterraneo che scorre sotto la montagna e riaffiorano in superficie formando una “pozza” d’acqua il cui livello varia a seconda degli eventi atmosferici. La sorgente è stata esplorata fino a una profondità di 212 metri (Luigi Casati - 2008).

L’acqua della sorgente dà origine a un torrente, il Gorgazzo, che scorre attraverso il centro storico di Polcenigo ove gli antichi palazzi che si specchiano nell’acqua ne esaltano il fascino.

Gorgazzo è anche il nome del borgo che si è sviluppato lungo le sponde del torrente. È contraddistinto da un’aggregazione urbana di tipo spontaneo, valorizzata dall’utilizzo di materiali locali quali il sasso e il legno.

Per saperne di più 

Tratto da borgocreativopolcenigo.it

La sorgente del Gorgazzo, posta ad un’altitudine di circa 50 metri sul livello del mare, è situata nei pressi dell’omonima borgata, a circa un chilometro da Polcenigo.

Le acque del Gorgazzo vedono la luce alla base sud orientale dell’altopiano del Cansiglio. La sorgente, chiamata anche “Buso”, si presenta come unìampia e profonda pozza, nascosta tra alberi e rocce, alimentata da acque limpide e gelide che assumono la colorazione di un azzurro intenso con notevoli riflessi.

Nel 1877 il geografo Giovanni Marinelli compose un sonetto in cui descriveva lo specchio d’acqua del Gorgazzo come un “cielo liquido”:

« Prendete il colore dello smeraldo, quello delle turchesi, quelli dei berilli, gettateli in un bagno di lapislazzoli, in modo che tutto si fonda e ad un tempo conservi l’originalità sua propria, ed avrete quella porzione di cielo liquido che si chiama il Gorgazzo »

(Giovanni Marinelli, geografo, 1846-1900)

La grotta è costituita da una risorgiva, una delle più profonde mai esplorate al mondo e la seconda sorgente carsica a sifone più profonda in Europa dopo la Fonte di Valchiusa in Provenza.

Nei pressi dell’imboccatura della cavità, a 9 metri di profondità, è stata posta la statua di un Cristo, che grazie alla eccezionale limpidezza delle acque e del fondo è perfettamente visibile all’esterno.

Ogni anno per le festività natalizie, viene prima pulita la statua del cristo e successivamente allestito un presepio galleggiante. La notte della vigilia di Natale viene celebrata la Santa Messa e dopo la lettura della preghiera del sommozzatore viene deposta una coroncina votiva.

Dalla sorgente, il torrente Gorgazzo si avvia verso il centro di Polcenigo che raggiunge sopo circa 1750 metri di tortuoso persorso. Qui dà vita ad una serie di piccole, ma caratteristiche cascate.

Prosegue quindi il cammino e dopo ulteriori 1500 metri termina il suo breve percorso confluendo nel fiume Livenza, la cui sorgente è visibile in località Santissima, poco distante.


ORIGINE DELLE ACQUE

La ricerca sull’origine delle acque delle tre sorgenti del Livenza (Santissima, Gorgazzo e Molinetto) e una serie di ricerche geologiche che studiosi e speleologi di tutta Italia hanno effettuato in 16 anni ha portato ad un risultato.

L’idrogeologa Valentina Vicenzi dell’Università di Ferrara ha svelato parte di quel percorso misterioso che le acque percorrono dalla piana del Cansiglio fino alle sorgenti polcenighesi del Livenza, risultato a cui si è giunti attraverso un lungo lavoro di rilevazione iniziato il 20 settembre 2008 (con le iniezioni di tracciante fluorescente che gli speleologi hanno effettuato dall’abisso del Col de la Rizza e dal Bus de la Genziana) e conclusosi l’anno successivo dopo più di un migliaio di campionamenti, con una cadenza di tre prelievi alla settimana e tre ‘stazioni” per ogni prelievo.

I due traccianti utilizzati sono stati l’Uranina (iniettata nel Col de la Rizza) e il Tinopal (iniettato nel Bus de la Genziana), entrambi agenti chimici non tossici che possono essere rilevati anche diluiti nell’acqua fino a un miliardo di volte. Il fatto che solo l’Uranina sia stata riscontrata alla Santissima e al Molinetto porta alla conclusione che le acque del Bus de la Genziana non confluiscono in nessuna delle tre sorgenti polcenighesi, così come è stato appurato che né l’abisso del Col de la Rizza né il Bus de la Genziana portano le loro acque al Gorgazzo. L’ipotesi che Vicenzi ha avanzato è che le acque del Gorgazzo possano provenire dal Monte Cavallo.


LE IMMERSIONI

Le prime immersioni di cui si hanno notizie risalgono alla seconda metà degli anni ’60 e sono state effettuate dall’Associazione XXX Ottobre di Trieste, dal Gruppo Pordenonese Sommozzatori e dai sub della base USAF di Aviano.

Nel 1968 il Centro Italiano Soccorso Grotte di Udine raggiunse quota -80 metri.

Alla fine del 1972 un numeroso gruppo di subacquei appartenenti al Centro Italiano Soccorso Grotte ed al Circolo sommozzatori Proteus, entrambi di Treviso, iniziò in modo sistematico una serie di studi e rilievi. Le esplorazioni si conclusero nell’agosto del 1974 quando la squadra di punta, costituita da R. Carbonere e A. Fileccia, raggiunse la quota di -90 metri.

Successivamente sono stati effettuati dei rilievi da J. J. Bolanz, allora responsabile del Soccorso Speleo-sub Svizzero.

Nel 1987 Bolanz raggiunse la profondità di 108 metri, nel 1988 i -117m e nel 1992 si spinse fino ai -131 m.

Nell’autunno del 1995, un ennesimo incidente mortale spinse le autorità a chiudere, con un’ordinanza comunale, l’accesso alla sorgente. Attualmente le immersioni sono permesse alle condizioni stabilite nel regolamento.

Nel 2008 lo speleonauta Luigi Casati raggiunse la profondità di -212 metri, limite finora imbattuto a causa della pericolosità e delle forti correnti interne. Al 2016 il Gorgazzo è sorgente italiana esplorata più in profondità.

Nel 2015, nel 2016 e nel 2017 Luigi Casati tenta di battere il suo record, purtroppo senza riuscirvi.

Nell’ultima immersione, però a -100 metri ha scoperto una conca gigante che risale verso l’alto, sino a questo momento inesplorata, che apre nuovi scenari dal punto di vista geologico.


ARTE

Le sorgenti del Gorgazzo sono un importante geosito del Friuli e i suoi colori straordinari ed unici hanno ispirato numerosi artisti, tra cui Luigi Nono, che nel 1872 dipinse “Le sorgenti del Gorgazzo”, uno dei suoi quadri più famosi, con cui l’anno successivo partecipò all’esposizione triennale dell’Accademia di Brera. L’opera venne poi acquistata dal veneziano Michelangelo Guggenheim.

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