La chiesa perduta di San Martino Vescovo
La chiesa di S. Martino fu demolita nell’anno 1954; collocata a nord dell’omonimo borgo, doveva assomigliare molto alla chiesa di S. Michele in Selda di Trivignano Udinese.
La chiesa presentava una facciata con campanile a vela e due finestre laterali simmetriche. L’aula aveva forma rettangolare con panca perimetrale in muratura ai lati; l’abside e il coro erano semicircolari. Le pareti della chiesa erano dipinte; gli affreschi sarebbero stati staccati all’atto di demolizione della chiesa e attualmente sono conservati presso i Civici Musei di Udine.
Gli affreschi sono datati 1482 e rappresentano le seguenti scene: la Vergine in trono con il Bambino e S. Paolo, S. Martino e Santo e S. Martino che dona il mantello al povero. L’altare, in semplice muratura, era adornato da una pala rappresentante il Santo nell’atto di donare il mantello al povero.
La chiesetta era molto antica e la stessa intitolazione ci rimanda all’epoca longobarda, quando in Friuli la diffusione del culto per il Santo cavaliere si sostituì alla fede ariana: basti pensare che nel 561 gli fu dedicata una delle più grandi e sontuose basiliche di Aquileia (quella della Beligna); queste stesse vicende portarono la venerazione dei Santi guerrieri Giorgio e Michele.
L’iconografia tipica di S. Martino è quella che lo raffigura, nel gesto di recidere un pezzo del suo mantello per donarlo, come vescovo con un drago e un serpente in mano. Le usanze popolari connesse al suo culto dipendono in gran parte dalla posizione calendariale della sua festa (11 novembre), che cade nell’autunno avanzato, periodo di svinature e tempo di abbondanza dopo i raccolti e contemporaneamente momento di cambiamento climatico. La sua festa, per lo più nel passato, costituiva per i Friulani la data di rinnovo annuale dei contratti agrari oppure di trasloco.